Non volendo polemizzare con nessuno, tantomeno con nomi conosciuti e molto seguiti sia tra i professionisti della chimica sia tra i/le blogger del settore, che inducono il Consumatore a giudicare una lista ingredienti abbinando nomi chimici a simboli più o meno positivi (semafori, foglioline, faccine o pollici), si corre il rischio di non valutare un Cosmetico come merita.
Partiamo dal fatto che per legge gli ingredienti vanno elencati in ordine decrescente fino alla presenza in formula pari o superiore all’1%: tutti i restanti ingredienti possono essere inseriti alla rinfusa, con penultimi gli allergeni e ultimi i coloranti, a prescindere dalla percentuale.
Questo significa che più o meno a metà della lista potremmo trovare degli ingredienti quasi assenti (presenti ad esempio allo 0,001% cioè 1 g ogni 100 kg di prodotto) e in terzultima posizione ingredienti presenti anche allo 0,999% (quindi quasi all’1%).
Tra gli ingredienti “incriminati” ci sono spesso anche i coloranti, che sono sempre in ultima posizione e solitamente sono presenti in percentuali minime (parliamo dello 0,0..%), a parte ovviamente il settore del make-up dove il colore la fa da padrone.
In queste “black list” ci sono spesso anche gli allergeni dei profumi, dimenticando che spesso la presenza di allergeni dei profumi è indice della loro naturalità: se sono composti anche da oli essenziali, ne presentano gli allergeni.
Poi ci sono gli elenchi che assolvono un ingrediente con un INCIname e ne condannano uno con un INCIname alternativo, oppure non lo elencano affatto.
E liste che mettono sullo stesso piano ingredienti ottenuti da vegetali con ingredienti ottenuti da petrolati, solo perché il tipo di estrazione non è al 100% ecologico.
Come è quindi possibile informare adeguatamente un Consumatore privo di una preparazione specifica, di informazioni tecniche e di studi appropriati ed aiutarlo negli acquisti dei Cosmetici?
Non è possibile.
Ci vogliono anni di studi e molta esperienza per capire che tipo di prodotto cosmetico abbiamo di fronte. Quindi – anche utilizzando questi strumenti che offre il web ma senza prenderli come oro colato – consigliamo di prestare maggiore attenzione ai conservanti, agli ingredienti allergizzanti e soprattutto agli ingredienti presenti nelle prime posizioni della lista ingredienti (quindi percentualmente più presenti) verificandone l’origine.